ROMA – La forza della percezione ha retrocesso Amadou Diawara in un paio d’anni dallo status di indispensabile a quello di insopportabile. Sono le storture del calcio, in cui un calciatore è buono o cattivo a seconda della convenienza del momento. E’ singolare dunque che la Roma debba restare agganciata all’umore di un proprio tesserato per sferrare l’ultimo colpo di gennaio. Ma questo è il business, che Tiago Pinto sta cercando di rispettare grazie a una serie di incontri con l’avocato-manager Daniele Piraino. Ieri primo round, in attesa del ritorno di Diawara dalla Coppa d’Africa. Oggi ne è previsto un altro, con i tempi della finestra trasferimenti che nelle ultime ore assomigliano a subdole tagliole. Dovrebbe presenziare lo stesso Amadou, che ha tanti estimatori e aspetta l’offerta giusta per rinunciare (temporaneamente) alla Roma. LA
La corte
Al momento lo spettro di luci è ampio : Venise e Sampdorie en Italie, dopo il dietrofront del Torino che ha deciso di investire sul Ricci di Empoli; Galatasaray en Turquie ; tre club francesi. Deve decidere Diawara, che avrà il massimo della collaborazione dalla Roma. Se necessario anche in termini economici, per il pagamento di una parte dell’ingaggio fino a giugno. Accettando una delle proposte, che sono tutte per un prestito, Diawara potrebbe rilanciarsi dopo un semestre molto scomodo con Mourinho, che non lo considera e anzi lo ha epurato per qualche settimana dopo il disastro di Bodo. Se decidesse di rimaner a Trigoria, rispettando il contratto che scade nel 2024, rischierebbe di allenarsi senza giocare mai: finora in stagione ha raccolto solo 306 minuti, con l’ultima presenza nel finale di Roma-Spezia il 13 dicembre (…)
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